“Se il mare fosse inchiostro e la terra fosse carta
non riuscirei a scrivere il bene che vi voglio”
Con questi bellissimi versi del poeta centenario Sergio Antonio Leonardo (detto Ntoni de lu Casinu) vi invitiamo domenica 8 aprile a errare con noi nel feudo di Torcito a Cannole (LE).
Con molta probabilità Il segreto della longevità dello scrittore cannolese fu dovuta a tre fattori: il canto popolare, la buona sigaretta senza filtro e l’aria sana di Cannole e della Masseria de “Lu Casinu” (nelle vicinanze di Torcito). Dalla stessa prende il soprannome il sig. Antonio, conosciuto da tutti come “Ntoni de lu Casinu”, instancabile narratore di “cunti” e poesie, soprattutto d’amore.
Appuntamento alle 9 e 30 presso il museo dell’arte olearia del Cav. Ubaldo Villani (Via San Giovanni a Cannole): un luogo dove presente e passato si compenetrano fino a confondere i sensi, alterare le percezioni, spalancare la bocca in un lungo e incredulo senso di stupore. Grazie all’entusiasmo e al lavoro di alcuni soci, oltre all’importante collaborazione dell’archeologo cannolese Cristiano Donato Villani, è stato riportato al suo stato originario il vecchio frantoio Villani, con una attenta operazione di archeologia industriale. La presenza, pressoché intatta, di due strutture risalenti a epoche differenti permette al visitatore di seguire l’evolvere nel tempo delle tecniche di lavorazione delle olive e degli strumenti utilizzati. Vi sono molti spazi dedicati al mondo contadino e alle testimonianze storiche relative al territorio salentino. La struttura, inoltre, funge da contenitore culturale per mostre, dibattiti e altre attività artistiche.
Dopo aver visitato il museo, guidati da Cristiano Donato Villani, prenderemo le auto e ci sposteremo c/o la masseria Torcito.
Il complesso masserizio di Torcito è collocato nell’antico feudo denominato CERCETO che esisteva già nell’864, anno in cui il borgo fu distrutto e raso al suolo dai saraceni. Il nucleo originale della masseria risale al XII, la fortificazione alla fine del XVII secolo. Oltre ai locali direttamente annessi, a fare da sfondo alla costruzione rurale ci sono: le due cappelle di S.Vito, una delle quali purtroppo ridotta a pochi ruderi; il frantoio ipogeo; l’imponente torre colombaia, che poteva ospitare fino a tremila piccioni; la cripta, alcune tombe e altre tracce di insediamenti basiliani; le caratteristiche fosse granarie; le neviere sei-settecentesche; un pozzo, punto di sosta dei carovanieri ed un antico tracciato viario, che testimoniano l’esistenza della cosiddetta via Calabra, prolungamento della romana via Appia e che, costeggiando il feudo di Cerceto, arrivava fino ad Otranto.
L’itinerario è di facile percorribilità, ci muoveremo sostanzialmente in campagna. Si consigliano scarpe comode.
Come da consuetudine si invitano i partecipanti ad essere portatori di entusiasmo e tranquillità, strumenti musicali e libri per letture al vento. Consigliamo di portare “Canne al vento” di Grazia Deledda e “La terra il mare e il bene che vi voglio” che raccoglie le opere di Sergio Antonio Leonardo, edito dalla Casa editrice Kurumuny.
Incursioni storico culturali di Alberto Signore presidente dell’ Associazione Amici Dei Menhir e speriamo in altre gradite e impreviste sorprese.
La passeggiata è gratuita e non occorre prenotare.
Chi partecipa all’evento solleva da qualsiasi responsabilità diretta o indiretta gli organizzatori e gli ospitanti della passeggiata.
Info 3395920051 o scatoladilatta2014@gmail.com o via facebook.
La Scatola di Latta [erranza, relazioni e conoscenza].
foto di Gianluca Palma
https://www.facebook.com/events/1061431390663750
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