“Siamo responsabili del tempo che viviamo, siamo responsabili dei luoghi che abitiamo”. (Vito Teti)
Dal 29 giugno al 5 luglio siete invitati a prender parte ad un piccolo viaggio a tappe nella provincia leccese, “nella terra del rimorso e della rinascita” assieme all’antropologo Calabrese Vito Teti e tante persone e realtà salentine che praticano da anni la “Restanza”. come: Laboratorio Urbano To Kalò Fai a Zollino, Libreria e casa editrice Animamundi ad Otranto, Casa delle Agriculture Tullio e Gino a Castiglione d’Otranto, Teatro Koreja – Teatro Stabile d’Innovazione del Salento a Lecce, e tante altre.
“Restanza significa sentirsi ancorati e insieme spaesati in un luogo da proteggere e nel contempo da rigenerare radicalmente.“
Illustrazione copertina di Valeria Puzzovio
Di seguito il calendario delle “tappe” di questo viaggio promosso dall’APS “La scatola di latta” con Daìmon: A scuola per restare
Referente/i Partecipanti | Data | Titolo Iniziativa | Orario | Luogo Iniziativa | |
Andrea Ass. Comune Tiziana Colluto Gianluca Palma | 29-giu | Rassegna Voce ai Libri: Presentazione Libro “La Restanza“ | 21:00 | Martano Giardini Ducali, Via Calimera | |
Francesca Casaluci | 30-giu | Custodire bellezza – Agricoltura, cibo, comunità | 20:00 | Zollino To kalo fai, Via IV Novembre | |
Giuseppe Conoci Alessandro Cannavale Cristina Carlà Gianluca Palma Annamaria Conoci | 01-lug | La poesia per restare | 19:19 | Otranto Biblioteca di Comunità “Le Fabbriche” – c/o Porto di Otranto | |
Tiziana Colluto Alessandra Coppola | 02-lug | La restanza – Proiezione film e presentazione libro | 20:00 | Castiglione d’Otranto Piazza della libertà | |
03-lug | |||||
04-lug | |||||
Angelo Salento Salvatore Tramacere Gianluca Palma Rosa Parisi Eugenio Imbriani | 05-lug | Il senso dei luoghi – dialogo incontro sulla restanza | 19:30 | Lecce L’ortale del Teatro Koreya, Via Guido Dorso, 70 | |
“La «restanza» è un fenomeno del presente che riguarda la necessità, il desiderio, la volontà di generare un nuovo senso dei luoghi. È questo un tempo segnato dalle migrazioni, ma è anche il tempo, piú silenzioso, di chi “resta” nel suo luogo di origine e lo vive, lo cammina, lo interpreta, in una vertigine continua di cambiamenti. La pandemia, l’emergenza climatica, le grandi migrazioni sembra stiano modificando il nostro rapporto con il corpo, con lo spazio, con la morte, con gli altri, e pongono l’esigenza di immaginare nuove comunità, impongono a chi parte e a chi resta nuove pratiche dell’abitare. Sono oggi molte le narrazioni, spesso retoriche e senza profondità, che idealizzano la vita nei piccoli paesi, rimuovendone, insieme alla durezza, le pratiche di memoria e di speranza di chi ha voluto o ha dovuto rimanere. La restanza non riguarda soltanto i piccoli paesi, ma anche le città, le metropoli, le periferie. Se problematicamente assunta, non è una scelta di comodo o attesa di qualcosa, né apatia, né vocazione a contemplare la fine dei luoghi, ma è un processo dinamico e creativo, conflittuale, ma potenzialmente rigenerativo tanto del luogo abitato, quanto per coloro che restano ad abitarlo.” (Vito Teti, “La restanza”, Giulio Einaudi Editore 2022)
Vito Teti, già ordinario di Antropologia culturale presso l’Università della Calabria, si occupa attualmente di antropologia e letteratura dei luoghi. Tra i suoi libri piú recenti ricordiamo: Il colore del cibo. Geografia, mito e realtà dell’alimentazione mediterranea (Meltemi 2019), Prevedere l’imprevedibile. Presente, passato e futuro in tempo di coronavirus (Donzelli 2020) e Nostalgia. Antropologia di un sentimento del presente (Marietti 2020). Per Einaudi ha pubblicato Maledetto Sud (2013), Fine pasto. Il cibo che verrà (2015) e La restanza (2022).